Fast food nation. Il lato oscuro del cheeseburger globale by Eric Schlosser

Fast food nation. Il lato oscuro del cheeseburger globale by Eric Schlosser

autore:Eric Schlosser [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Agriculture & Food
ISBN: 9788856500288
Google: cK8Le_PGIhAC
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-06-16T21:00:00+00:00


Non farti beccare

Negli stessi anni, mentre le condizioni di lavoro negli impianti delle aziende della carne americane diventavano più rischiose, a mano a mano che la velocità delle linee di produzione aumentava e gli immigrati clandestini prendevano il posto dei lavoratori specializzati, il governo federale pose un ostacolo all’applicazione delle leggi sulla salute e la sicurezza. Le indicazioni dell’OSHA erano da tempo disattese dalle aziende manifatturiere del Paese, che reputavano l’organismo una fonte di regolamenti fastidiosi e di vincoli burocratici non necessari. Quando nel 1980 Ronald Reagan fu eletto presidente, l’OSHA aveva già subito tagli di fondi e di personale: i suoi 1300 ispettori20 erano responsabili della sicurezza di più di cinque milioni di luoghi di lavoro in tutto il Paese.21 Un lavoratore medio poteva aspettarsi un controllo dell’OSHA circa una volta ogni otto anni.22 Ciò nondimeno, nell’ambito della propria spinta verso la deregulation, l’amministrazione Reagan era decisa a ridurre ancora di più l’autorità dell’OSHA. Il numero degli ispettori fu infine ridotto del venti percento23 e nel 1981 l’organismo adottò una nuova politica di “collaborazione volontaria”.24 Invece di arrivare senza preavviso in un’azienda ed effettuare un’ispezione, agli addetti dell’OSHA veniva richiesto di esaminare i registri infortuni della compagnia prima di mettere piede nell’impianto. Se in base alla documentazione la percentuale degli incidenti era inferiore alla media nazionale di tutte le industrie manifatturiere, gli ispettori dell’OSHA dovevano fare dietro front e andarsene subito, senza entrare nell’impianto, esaminarne le attrezzature o parlare con i lavoratori. I registri infortuni venivano stilati e aggiornati dal personale dell’azienda.

Per la maggior parte degli anni Ottanta le relazioni dell’OSHA con le aziende della carne furono tutt’altro che difficili. Mentre il numero di infortuni gravi cresceva,25 quello degli ispettori OSHA precipitava. La morte di un operaio sul lavoro veniva sanzionata con un’ammenda di sole poche centinaia di dollari. Nell’ottobre 1987, a un congresso di dirigenti di aziende della carne, il direttore responsabile della sicurezza dell’OSHA, Barry White, promise di modificare i protocolli federali che «apparissero palesemente inutili o eccessivi o anche solo poco pratici». Secondo un resoconto di quell’incontro, in seguito pubblicato sul «ChicagoTribune», il direttore della sicurezza dell’OSHA, ovverosia il funzionario federale cui era affidata più che a ogni altro la responsabilità di difendere le vite dei lavoratori dell’industria della carne, ammise di non essere qualificato per questo compito. «So molto bene che voi siete più informati di me riguardo la salute e la sicurezza nell’industria della carne» disse White ai dirigenti.26 «E siete più competenti riguardo la salute e la sicurezza nell’industria della carne di qualsiasi funzionario dell’OSHA.»

La politica di collaborazione volontaria ebbe ovviamente l’effetto di ridurre il numero degli infortuni registrati. Non diminuì, tuttavia, il numero delle persone infortunate. Si limitò a incoraggiare le compagnie, secondo quanto concluse una successiva indagine del Congresso, «a minimizzare gli infortuni, a falsificare i registri e a insabbiare gli incidenti».27 Per esempio nello stabilimento IBP di Dakota City, Nebraska, la compagnia teneva due diversi registri infortuni: uno riportava ogni incidente avvenuto o malattia contratta al macello,28 l’altro veniva dato



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